Solaris-ized Nude
A colleague from the Ukraine writes:
I read with great interest the story about Stanley Kubrick and Arthur C. Clarke’s preliminary work in New York's Chelsea Hotel for the film 2001: A Space Odyssey (See HK 40: A Hotel Odyssey). It brought to mind an episode from my career at the Hotel Kremplinsky, in old Odessa.
Comrade Tarkovsky had not yet fallen into disgrace with the Party when he was a frequent guest here at the Black Sea resort (which had fallen into serious decline under the previous regime). He was exigent, and knew he would not be reprimanded.
“Look, I need sets for my new film,” he said, and made it sound as if there were heavy party approval behind the request. “Your lobby and suites are perfect. We will be shooting here for a few months, maybe a year, capeesh? We will need food, especially caviar, lots of towels, and champagne.”
We’d experienced something similar, when an American troupe came to film Odessa Tarzan. The imperious director ordered us about and created disturbances, then vanished without paying. The movie turned out not to be about Odessa at all, but alcoholism, sexual swinging, and all the worst Capitalist vices.
Tarkovsky and his crew wreaked heavy damage. They strewed bulky machinery about the lobby, and the Sikorsky and Gagarin Suites. When I asked why this desecration was necessary, he replied, “Don’t you see? The future is depressing, Comrade.”
They blasted Bach at all hours, disturbing the (few) other guests.
Tarkovsky was charismatic, with hair like steel wire and a bristling moustache. He was unarticulate, however. When I asked what the movie that had invaded the Kremplinsky was about, he said, “I just wanted to see what Bibi Andersson looks like in a wet nightgown.”
Nudo Solaris-izzato
Un collega dall’Ucraina scrive:
Ho letto con grande interesse dei lavori preliminari di Stanley Kubrick e Arthur C. Clarke nell’Hotel Chelsea di New York per il film 2001: Odissea nello spazio (HK 40: Odissea alberghiera). Fa tornare a mente un episodio della mia carriera all’Hotel Kremplinksi, nel centro storico di Odessa.
Il compagno Tarkovskij non era ancora stato segnalato dal Partito quando veniva spesso qui alla stazione balneare sul Mare Nero (che era decaduto parecchio, sotto il previo regime). Poteva permettersi di essere esigente. Non lo avrebbe biasimato nessuno.
“Mi servono set per il nuovo film,” disse, lasciando intendere che le sue richieste erano sanzionate del Partito. “La vostra hall e le vostre Suite sono perfette. Gireremo qui per qualche mese, forse un anno, capito? Avremo bisogno di cibo, specialmente caviale, tanti asciugamani puliti, e champagne.”
Avevamo già subìto qualcosa di analogo quando venne una troupe cinematografica americana per girare Odessa Tarzan. Il regista imperioso urlò ordini e fece casino, poi sparì senza pagare. Il film non tratta nemmeno di Odessa, ma di alcolismo, scambismo sessuale e altri vizi capitalisti.
Tarkovskij e la sua troupe fecero danni ingenti. Riempirono le Suite Sikorsky e Gagarin di ingombranti e inutili macchinari. Quando chiesi il perché di questa scempio, il regista rispose, “Ma non lo vedi? Il futuro è deprimente, compagno.”
Fece tuonare Bach a tutte le ore, recando disturbo agli altri (pochi) ospiti.
Tarkovskij era carismatico. Aveva capelli come filo di ferro, i baffi ispidi. Non era eloquente però. Quando gli chiesi di cosa trattava il film che aveva invaso il Kremplinsky, disse solo, “Voglio vedere Bibi Andersson in una camicia da notte fradicia.”