The Strange Little Girl
(Management kindly requests guests to refer to HK 43: The Hard Guy before reading the following episode.)
The little girl looked solemn when she said, “They’re coming with me.”
The Kranepool’s self-appointed house dick sat down heavily on a davenport normally reserved for guests. “She says the orchids in the Dave Alexander Suite are here against their will. She’s been sent to bring them home.”
The Night Porter swiveled a few degrees west on his padded stool. “That counts as strange news,” he said. “Especially because those orchids are made of artificial silk, with green plastic filaments for the stems and roots. Fake flowers have no will.”
“You try to explain,” the house dick said, wearily.
“We will use force if necessary.” The little girl didn’t look like she was kidding.
“Would you settle for a complete set of Hotel Kranepool color postcards and a souvenir ballpoint pen?” The Night Porter already knew the answer.
“You know, a florist’s shop would really brighten this lobby,” the house dick said. “Just the thing to fill the yawning space between Mr Kevin’s Salon de Beauty and the service elevator.”
The Night Porter was hit with an idea. “Little girl, is Dave Alexander some sort of god on your planet?”
“What planet? I said, 'a distant star'. Dave’s elderly. He lives in another hotel, out in the suburbs. He only listens to smooth jazz these days. He wants to be surrounded by familiar plant life for the life to come.”
“You mean, he faked his alcohol-related death?”
“The loud, fast star-life wasn’t for him,” the little girl said. “He wanted things quiet, cool, and positively vibrational.”
The Night Porter checked the register. The Dave Alexander Suite was unoccupied that night. “She can take the fake flowers,” he said, to the house dick. “Compliments of Hotel Kranepool, an homage to a star who burned out and then faded away.”
He went to a pedestal which bore conceptual art. “We can replace those orchids with this, for the time being.”
La ragazzina inquietante
(La Gestione prega i graditi ospiti di fare riferimento a HK 43: Il duro prima di leggere il seguente episodio)
La ragazzina inquietante disse solenne, “Vengono via con me.”
L’auto-nominato detective d’albergo si buttò su di un divano normalmente riservato agli ospiti. “Dice che le orchidee nella Dave Alexander Suite sono qui contro il loro volere. È stata mandata per portarle a casa.”
Il portiere di notte fece un mezzo giro sullo sgabello. “Direi che è una strana notizia,” disse. “Specialmente perché quelle orchidee lì sono di seta artificiale, con gambi e radici di plastica verde. Fiori finti non hanno volontà.”
“Provaci tu a spiegarglielo,” disse il detective, stanco.
“Useremo la forza, se necessario.” La ragazzina non sembrava scherzare.
“Ti accontenteresti della serie completa di cartoline colorate dell’Hotel Kranepool e una biro souvenir?” Il portiere di notte sapeva già la risposta.
“Sai, un fiorista rallegrerebbe parecchio questa hall,” disse il detective. “Proprio ciò che ci vuole per riempire lo squarcio tra il Salon de Beauty di Mister Kevin e l’ascensore di servizio.”
Il portiere di notte ebbe un’idea. “Signorina, Dave Alexander è considerato un dio sul tuo pianeta?”
“Ma quale pianeta e pianeta? Ho detto, 'una stella distante'. Dave è un vecchietto, oramai. Abita in un altro albergo, in periferia. Ascolta solo jazz liscio. Vuole essere circondato da vegetazione familgliare in attesa della prossima vita.”
“Vorresti dire che ha falsificato la notizia della propria morte per iperdose di alcol?”
“La vita rumorosa e veloce non faceva per lui,” disse la ragazzina. “Voleva stare tranquillo, sentire solo vibrazioni positive.”
Il portiere di notte controllò il registro. La Dave Alexander Suite era libera quella sera. “Può prendere quei fiori finti,” disse, al detective. “Omaggio a una stella che si immolò prima di sparire.”
Andò verso un piedistallo che reggeva un’opera di arte concettuale. “Possiamo sostituire le orchidee con questo, per ora.”