Mann Oh Manga-no
The night porter manned the desk. He was doing his job, basically, while he read through a trove of Japanese comix recovered from the Hotel Kranepool’s Lost & Found. A rather fussily dressed client came downstairs in the elevator, strode to the reception area, and gave the service bell a sharp whack. Ping!
“How the devil do you expect me to rest in peace,” he thundered, “when you are down here wasting time with infantile violent pornography?”
The night porter didn’t know what to say.
A beautiful lady, who’d taken the stairs, came to the rescue. “Never mind the Master,” she said, breathily. “Trifles upset him, at times.”
“Cultural pollution is no trifle,” the fastidious gentleman said, and smacked the desk with the flat of his hand. “Where I come from, hotel employees occupy whatever leisure they might have with improving literature.”
The night porter arched an eyebrow. “Uhm, and where might that be, sir?”
“Impudence!”
The ethereal lady spoke soothingly. “He was disturbed by a dream of unrecoverable youth and beauty. Would you please have someone send up a pot of chamomile tea?”
“The Kranepool Bar & Grille’s closed at this hour, madam, but I’ll take care of it myself. What’s your room number, please?”
“We’re in 251,” she said. “No, wait...237.”
The night porter went upstairs carrying a tray with the teapot and a dish of shortbread cookies, for which he didn’t plan to charge the guests who’d been disturbed by his choice of late-night reading matter.
No one answered the knock. He set the tray on the corridor’s liver-colored broadloom and sped back down to the lobby. A quick check of the register showed that both the rooms the guest had mentioned were unoccupied. The night porter dashed back up to the second floor. The tray was gone. He figured it was better to leave it that way.
Back down in lobby, he scanned the shelves of books former guests had left behind. There was quite a selection: The Magic Mountain, Death in Venice, Mario and the Magician. He grabbed a shredded copy of Felix Krull, and got back to work. The book wasn’t as funny as he remembered.
Mann, manga, Mangano
Il portiere di notte era al suo posto. Stava lavorando, più o meno, mentre sfogliava alcuni volumi di fumetti giapponesi trovati tra gli Oggetti smarriti dell’Hotel Kranepool. Un ospite un po’ troppo elegante scese a pianterreno in ascensore, venne a un passo determinato verso il banco e diede un colpo secco al campanellino. Ping!
“Come diavolo dovrei riposare in pace,” tuonò l’ospite, “quando voi siete quaggiù a sprecare tempo con infantile pornografia violenta?”
Il portiere di notte non seppe rispondere.
Una graziosa signora, che era scesa per le scale, gli venne in soccorso. “Non fate caso al Maestro,” disse, quasi sospirando. “A volte si infastidisce per delle quisquilie.”
“L’inquinamento culturale non è una quisquilia,” disse il nitido gentiluomo, e percosse il banco della reception con il palmo della mano. “Dalle mie parti, gli impiegati alberghieri sfruttano il tempo libero nutrendosi di letteratura edificante.”
Il portiere di notte alzò una sopracciglia. “E dove sarebbero queste Sue parti, di grazia?”
“Impudenza!”
La signora eterea parlò con voce conciliante. “Lo ha turbato un sogno di gioventù e bellezza irrecuperabili. Vi dispiacerebbe farci portare su del thé alla camomilla?”
“Subito, signora. La cucina del Kranepool Bar & Grille è chiusa a quest’ora, ma provvederò io stesso. Qual’è il numero della Vostra stanza, per cortesia?”
“Siamo nella 251,” disse. “No, aspetti... la 237.”
Il portiere salì le scale col vassoio con la teiera e un piattino di biscottini che non intendeva far pagare ai raffinati ospiti che erano stati scomodati dalle sue letture notturne.
Bussò alla porta, ma non rispose nessuno. Posò il vassoio sulla moquette color fegato e corse di sotto. Un’occhiata al registro rivelò che nessuna delle due camere menzionate dalla bella signora erano occupate. Il portiere di notte risalì tempestivamente le scale. Il vassoio era sparito. Preferì non indagare.
Nella hall, perlustrò di nuovo la mensola dei libri che gli ospiti dell’albergo ogni tanto si lasciano dietro. C’era una selezione niente male: La montagna incantata, La morte a Venezia, Mario e il mago. Afferrò una vecchia edizione di Felix Krull, e si rimise al lavoro. Quel romanzo non era divertente come si ricordava.