Possibilità sospese - Beatrice Meoni e Stefano Loria

Elogio della pittura astratta

 

A noi di Stanza 251 l'arte contemporanea piace, in tutte le sue differenti configurazioni. Ci sembra che negli ultimi anni la pittura astratta stia attraversando – a livello internazionale ed anche in Italia – una felice stagione di rinnovamento, in cui gli artisti tengono conto delle radici storiche per sviluppare nuove ricerche orientate verso soluzioni inedite. 

Qualche mese fa abbiamo pubblicato Viviana Valla. Oggi portiamo in scena Beatrice Meoni e Stefano Loria, in occasione di una mostra aperta da pochi giorni alla galleria Cartavetra di Firenze che mette in dialogo alcune opere recenti.  Vi presentiamo una serie di immagini della mostra ed un estratto dal carteggio epistolare fra i due artisti

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Stefano Loria a Beatrice Meoni, 16 luglio 2017:

Ad alcuni pittori giovani di oggi invidio la capacità di realizzare quadri che mi sembrano destrutturati, felicemente improvvisativi. Io invece mi trovo sempre imprigionato dentro una ossessione delle strutture. Speravo fosse una caratteristica della gioventù, questa necessità di pianificare tutti i possibili sviluppi dei dipinti, tracciando progetti nei miei taccuini, con figure dettagliate sia nella forma che nelle spiegazioni verbali annotate a margine di ogni singolo schizzo. Purtroppo con il passare del tempo questa ossessione non solo è rimasta, ma anzi mi pare abbia acquistato un potere ancora maggiore. 
In tale estremizzata esigenza di chiarezza - come la missione fosse quella di tracciare con la massima fedeltà possibile i passaggi durante i quali posso arrivare all'opera finale – lavoro come un progettista che non può permettersi errori. Ma in questo modo temo di chiudermi troppo la visuale, taglio via tutta una parte viva di imperfezioni di cui oggi comincio ad avvertire una grande nostalgia. Vorrei sviluppare una tecnica più fresca e spontanea, una procedura che si liberi dalle catene del progetto, per provare a costruire opere imprevedibili, cariche di energia, sorprendenti. Così oggi continuo a lottare – inutilmente, temo- per riuscire a tradire le regole che io stesso mi sono dato.

 

Beatrice Meoni a Stefano Loria, 19 settembre 2017: 

Il mio approccio al lavoro, è costituito da  aspetti  diversi che alla fine  si ritrovano a far parte della pittura. 
La parte compositiva che precede il dipingere occupa molto tempo. E' una fase apparentemente disordinata, in cui  faccio pile di oggetti  rotti, dismessi che ricostruisco, metto insieme, osservo.
Le  nature morte nascono dall'assemblaggio casuale di quei cocci di oggetti domestici che orbitano in studio, meteore del  quotidiano, che in quello spazio perdono la loro funzione per divenire altro da quello per cui sono stati disegnati e costruiti.*
Le loro cadute, i loro equilibri incerti, forniscono un punto di partenza e di avvicinamento alla pittura, sono infatti per me, nelle loro composizioni cromatiche, nelle somme astruse che vado creando, le soglie che mi introducono al lavoro vero e proprio del dipingere.
Non sono interessata alla rappresentazione dell'oggetto in sé,  quanto piuttosto ai frantumi  che lo costituiscono e  a quei  momenti spezzati nel tempo che mi inducono  a cercare nella pittura quel genere di passaggi in cui l'oggetto si perde e si amalgama con lo spazio che ha intorno.
Dipingo mettendo insieme  i gesti, le linee che compongono quell'insieme più complesso e che talvolta, nel corso del lavoro, cambia per una caduta un'accidente. Sono questi momenti in cui l'imprevisto cambia il corso del fare che mi fanno aderire più profondamente alla pittura lasciando che la forma mi spinga e mi sorprenda in uno spazio meno controllato .
Mi piace tenere conto dei passaggi, conservarli a volte e dove sento necessità renderli visibili perchè parte del lavoro, vere soglie di senso che non portano in luoghi attesi.

Passo molto tempo a osservare, cercando di non rimanere troppo invischiata  nell'apparenza di un'immagine, questa direi in sintesi è la mia pratica quotidiana.

*Credo che il mio modo di dipingere sia  in questo fortemente segnato dallo spazio domestico (lo studio e legato alla casa da un piccolo balcone) che entra ed esce dal lavoro con questi oggetti.

Beatrice Meoni (a sinistra), Stefano Loria (a destra)

Beatrice Meoni (a sinistra), Stefano Loria (a destra)

 
Beatrice Meoni

Beatrice Meoni

Beatrice Meoni

Beatrice Meoni

 
Stefano Loria

Stefano Loria

 
Beatrice Meoni (dettaglio)

Beatrice Meoni (dettaglio)

 
Beatrice Meoni (a sinistra), Stefano Loria (a destra)

Beatrice Meoni (a sinistra), Stefano Loria (a destra)


Stefano Loria

Stefano Loria

Beatrice Meoni

Beatrice Meoni

Stanza 251