Bestiarius immaterialis - Nero cavallo della notte
Generato dall’oscurità delle ossessioni oniriche, dalla diabolica immaginazione dell’incoscienza. Esiste, più di ogni altra creatura vivente, perché contenuto in ogni coscienza, sempre pronto a essere.
Ha forma di cavallo ma più grande o più piccolo o con tre zampe o due o con la testa d’uomo, di donna, di mostro, di altro animale, o senza testa, o soltanto con il muso lungo e gli occhi e le piccole orecchie, lì attaccate ai lati del crine, ma senza corpo e senza zampe e senza muscolatura.
Si nutre di paura al suo stadio primevo: istintivo-percettiva: sanguigna.
Trotta indolente o corre al galoppo nei sentieri del profondo, è un’ombra. Nascosto tra gli spettri, sbuca dalle tenebre per atterrire. Disgusta quelli con poco fegato, sostituendo le sue fibre a carne putrefatta che cola fino al terreno raggrumandosi in cumuli di sangue nero. Nitrisce e s’impenna e fa rumore, e non basta cospargere tutte le strade di paglia per attutire il fragore dei suoi zoccoli appuntiti, e non basterebbe nemmeno dare fuoco a tutto quel pagliericcio per illuminare il buio che gli si srotola dalla criniera: le fiamme lo avvolgerebbero regalandogli nuova possanza, terrore in surplus, e la plusvalenza del suo atterrire si raddoppierebbe – egli è generato dalla forza creatrice della percezione, incontrollabile, che tutto forma e muta. Non esiste, eppure è un cavallo, nero, procreato dalla notte dell’anima.