Bestiarius immaterialis - Nero cavallo della notte

Nero cavallo della notte

Generato dall’oscurità delle ossessioni oniriche, dalla diabolica immaginazione dell’incoscienza. Esiste, più di ogni altra creatura vivente, perché contenuto in ogni coscienza, sempre pronto a essere.

Ha forma di cavallo ma più grande o più piccolo o con tre zampe o due o con la testa d’uomo, di donna, di mostro, di altro animale, o senza testa, o soltanto con il muso lungo e gli occhi e le piccole orecchie, lì attaccate ai lati del crine, ma senza corpo e senza zampe e senza muscolatura.

Si nutre di paura al suo stadio primevo: istintivo-percettiva: sanguigna.

Trotta indolente o corre al galoppo nei sentieri del profondo, è un’ombra. Nascosto tra gli spettri, sbuca dalle tenebre per atterrire. Disgusta quelli con poco fegato, sostituendo le sue fibre a carne putrefatta che cola fino al terreno raggrumandosi in cumuli di sangue nero. Nitrisce e s’impenna e fa rumore, e non basta cospargere tutte le strade di paglia per attutire il fragore dei suoi zoccoli appuntiti, e non basterebbe nemmeno dare fuoco a tutto quel pagliericcio per illuminare il buio che gli si srotola dalla criniera: le fiamme lo avvolgerebbero regalandogli nuova possanza, terrore in surplus, e la plusvalenza del suo atterrire si raddoppierebbe – egli è generato dalla forza creatrice della percezione, incontrollabile, che tutto forma e muta. Non esiste, eppure è un cavallo, nero, procreato dalla notte dell’anima.


Testo: Andrea Cafarella

Illustrazione: Emiliano Martino


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