Con te marea
Marea il tuo sguardo
volubile
è instabile,
cupido come l’acqua
dell’ovest
dove il mistero
dei tuoi pensieri
si rispecchia
nel riflusso
dei tuoi occhi:
era ancora ieri
che tutto il lido
pareva asciutto,
ma tu,
inondando
il castello di sabbia
con la tua schiuma,
sei giunta,
quasi silenziosa,
fra i comuni giochi
del giorno:
così la calda
e pensierosa rena
ritorna in te,
s’immerge
e t’ama.
Marea
tu rendi questa terra
salata
coi tuoi fluidi minerali,
inondi
la secca spiaggia
del sud,
spezzi i confini
tra i mondi
e rendi il regno
del granchio
più ampio.
Ma ferma al sole,
immobile principessa
addormentata
e fresca,
tremi incerta
e sospettosa
della tua natura
vischiosa
di fondale accarezzato
dalla girevole corrente
che scende
e che sale.
Marea
tu rechi i dolori
e le paure
su questa ruvida sabbia,
e quando la luna
se ne va con rabbia
abbandoni l’ombra velenosa
del tuo cuore
sulla spiaggia:
alghe,
meduse,
conchiglie vuote,
pesci morti,
vite ferme
o un tronco d’albero
marcio
precipitato
in te.
Marea immensa,
vasta
e adorna,
con le tue onde
ti camuffi
e muti,
così so appena
baciare la tua fronte
di ostrica
e di balena,
ma ogni paura
dal tuo scuro fondo
emerge naufragata
come una cosa che ride
anche se si ode un pianto
ubriaco e leggero
che mostra la vita,
la mostruosa vita
dell’amore.
Ferruccio Mazzanti