Andrew Smaldone

 

Dreaming Elsewhere

Ottobre-Novembre 2023

 

Per la mia mostra personale a Stanza 251, ho riunito una selezione di dipinti degli ultimi tredici anni che rappresentano la mia ricerca sulla resa degli spazi architettonici attraverso la pittura. Il soggetto è costituito principalmente da strutture degne di nota - situate nei luoghi in cui sono cresciuto, nel sud-est degli Stati Uniti - che incorporano caratteristiche architettoniche degli stili neopalladiano, neoclassico e greco-revival. Ad eccezione di due opere che raffigurano studi di artisti, tutti gli altri dipinti in mostra sono facciate o spazi interni delle piantagioni dei presidenti degli Stati Uniti Thomas Jefferson (Monticello), George Washington (Mount Vernon) e Andrew Jackson (The Hermitage). Ciò che accomuna le opere di questa mostra è l'enfasi posta sulla messa a fuoco dei dettagli o sulla loro mancanza in un dipinto. Ciò può significare che coltivo consapevolmente un aspetto incompiuto, che viceversa finisco l'opera o che dipingo di proposito un dettaglio su una tela di dimensioni molto ridotte per enfatizzarlo. Infine, utilizzo sottili variazioni tonali di terra di Siena bruciata e grigio per due motivi: in primo luogo, per distillare visivamente un processo di pensiero e, in secondo luogo, per evocare un'atmosfera di ricordo per sollevare domande sulla memoria collettiva dell'era della fondazione degli Stati Uniti.

For my solo exhibition at Room 251, I have assembled a selection of paintings from the past thirteen years that represent my research into the rendering of architectural spaces through painting. The subject matter consists primarily of notable structures - located in places where I grew up in the southeastern United States - that incorporate architectural features of the Neo-Palladian, Neoclassical, and Greco-Revival styles. With the exception of two works depicting artists' studios, all other paintings in the exhibition are facades or interior spaces of the plantations of US presidents Thomas Jefferson (Monticello), George Washington (Mount Vernon) and Andrew Jackson (The Hermitage). What the works in this exhibition have in common is the emphasis on the focus on details or lack thereof in a painting. This may mean that I consciously cultivate an unfinished aspect, that I finish the work or that I purposely paint a detail on a very small canvas to emphasise it. Finally, I use subtle tonal variations of burnt sienna and grey for two reasons: first, to visually distil a thought process, and second, to evoke an atmosphere of remembrance to raise questions about the collective memory of the founding era of the United States.

Andrew Smaldone

 
 

La restituzione di un sogno. Il corrispettivo visivo di un percorso onirico. Siano animali nel fitto bosco, solitarie piante che occupano lo spazio di una nuda camera, oppure le architetture Neo-Palladiane nel sud degli Stati Uniti (come nel caso di questa mostra personale) Andrew Smaldone elabora sempre una visione non realistica, pur nella estrema esattezza dei dettagli di cui è capace. Come in una scena tratta da un film di David Lynch, c'è una atmosfera di magica sospensione in atto: vediamo la facciata di una villa e ci sembra di comprendere tutto, ma stiamo guardando sempre anche un'altra cosa. Siamo catturati dentro un flusso ipnotico, riusciamo a percepire l'incanto contenuto nel puro spazio di una antica dimora o nella illusoria trasparenza di una finestra ad arco. Ogni elemento è visto attraverso una filigrana vibrante, come se davanti ai nostri occhi fosse stato collocato un denso velario di energia, capace di sottili deformazioni percettive.

The restitution of a dream. The visual counterpart of a dreamlike journey. Be it animals in the dense forest, solitary plants occupying the space of a bare room, or Neo-Palladian architecture in the south of the United States (as in the case of this solo exhibition) Andrew Smaldone always elaborates an unrealistic vision, even in the extreme exactitude of detail of which he is capable. As in a scene from a David Lynch film, there is an atmosphere of magical suspension at work: we see the façade of a villa and we seem to understand everything, but we are always also looking at something else. We are caught in a hypnotic flow, we can perceive the enchantment contained in the pure space of an old mansion or in the illusory transparency of an arched window. Each element is seen through a vibrant filigree, as if a dense veil of energy, capable of subtle perceptual deformations, had been placed before our eyes.

Stanza 251

 

Andrew Smaldone è nato nel 1978 a Denver, Colorado USA. Smaldone realizza lavori in cui superficie, colore e spazio sono primari, un processo avviato nel 2005 durante i suoi studi presso il Central Saint Martins di Londra. Ha vinto vari premi importanti come la Pollock Krasner Foundation Grant nel 2015 e sono molte le esposizioni negli Stati Uniti, in Europa e nel Regno Unito. 

Andrew Smaldone was born in 1978 in Denver, Colorado USA. Smaldone’s works explore surface, space, and color: a process he initiated in 2005 during his studies at Central Saint Martins in London. He has won a variety of important prizes including the prestigious Pollock Krasner Foundation Grant in 2015, New American Paintings selected by Dan Cameron 2011, and the Presidential Arts Scholarship to attend the George Washington University 1997-2001. He has shown his art widely in the US, Europe, and the UK. 


Carlo Zei