Famiglia
Il primo motorino era stato il motorino del padre, al compimento del quattordicesimo anno di età. Era un motorino nero e quasi si accordava con la moda del momento, la moda dei tardi anni novanta.
Come quando si scopre che un indumento rubato a tuo nonno ha un valore agli occhi di certe persone che ci stanno attenti, alla moda, o che una famiglia di fricchettoni non sia solo una maledizione, ma qualcosa che ci rende un po’ speciali, e te del resto sei al contempo immeritevole e fortunato.
Il motorino fortunato di Tutte-le-Fortune durò anni e anni, anni in cui ancora non era permesso andare in due in motorino, eppure ci andavano tutti, in due.
C’era sempre qualcuno seduto dietro di lui, su quella sella in simil-plastica che una persona sola non avrebbe mai coperto col suo singolo culo.
Era rimasta una fascinazione indelebile osservare gli obesi in motorino, seguirli, a volte, e se possibile fotografarli e la spiegazione di questo feticismo, Tutte-le-Fortune la doveva a quella prima sella così grande di quell’epoca remota e dolce, in cui non sarebbe mai bastato a se stesso e alla sua sella.