Claudio Jonta o i ricordi felici

Claudio Jonta detto Tutte-le-Fortune nel tentativo di concentrarsi, di allontanarsi dai rumori di tasti battuti da dita altrui su tastiere altrui, prova a pensare a quelli che sono i suoi ricordi felici.
Sono due.

I ricordi felici della sua vita fortunata, pur ammettendo che, contenuto in quel suo soprannome vi sia implicita una sorta d'intrinseca impossibilità: l’impossibile di una pienezza, di una totalità, infettando ciò che sta più vicino a Claudio Jonta, ovvero il suo nome stesso, anzi il suo soprannome.

I due ricordi felici e quel presente fatto di rumori altrui, di mal di testa condiviso, di caldo, di stanchezza ancora condivisa, sono ciò che più conta nella sua vita.
Claudio Jonta di ricordi felici ne ha, come si diceva, due e se li tiene stretti, se li coccola, se li ciancica, come crosta di sangue non ancora rappreso, come foro nei jeans.
Solo pensare a quei due ricordi lo fa stare veramente bene. Poi si alza dalla sedia e accende il ventilatore, e ancora tasti battuti, mal di testa e stanchezza.

Quei due ricordi non li racconterà mai, o forse sì, teme, e così smascherarsi: confessarli una sera ubriaco quando sarà più indifeso, o addirittura scriverli da qualche parte, se non proprio qui, in questi racconti.
Lui sa bene che quella sarebbe a tutti gli effetti la sua rovina.

Simone Lisi