Arrivo al cosmo
Una volta Perez gli disse che le città sono come le persone.
Che hanno una data di nascita e un tema natale, come lui e come tutti. E al momento della nascita i pianeti stavano in un certo modo e quel modo era il modo della città.
Come le persone, anche loro erano divise in dodici parti, tante quante i pianeti. Si divideva in triangoli, la città, e in quei triangoli si respirava l'aria di quei segni, così per esempio nella zona dello scorpione ci trovavi, la sera, le puttane o la morte.
Perez gli disse anche di questo calcolo statistico e apocrifo, secondo cui negli ultimi piani dei palazzi, in quegli appartamenti all’ultimo piano, per una qualche legge non scritta, le luci sarebbero rimaste accese la notte, sarebbero sempre state finestre illuminate più a lungo delle altre e lui se lo ricordò per anni.
Tornando a casa la sera guidando il motorino, guardava quegli ultimi piani illuminati e attraversava quei triangoli di zone astrologiche della città, perché una città non è una città, ma un cosmo, pensava.