Notturni di un albergo diurno
Scrive un ex-collega:
Sono in pensione da quando le FS eliminarono gli alberghi diurni. Erano posti dove viaggiatori con lunghe attese tra coincidenze o tra appuntamenti di lavoro in città non loro potevano riposarsi, ripulirsi e/o farsi fare un massaggio.
Le offerte di impiego per una persona con le mie difficoltà fisiche erano limitate. Dovetti imparare in fretta la manualità richiesta. La fauna dell’albergo diurno sotto la stazione centrale si abituò alla mia presenza. Giorni settimane mesi divennero una calda nebbia di gente svestita con muscoli e ossa sotto la pelle. Li preparavo per un migliore rientro nel mondo di sopra, il mondo fuori, il mondo dove batte la luce del sole, oppure quella della sua artificiale gemella notturna.
Una collega aveva conosciuto una vita diversa in gioventù. La natura l’aveva dotata di ossa, muscoli e pelle in abbondanza. Scappò di casa perché la sua famiglia intendeva sfruttare le sue forme. Fuggì dal suo paese, dove la sua bellezza l’aveva solo resa soggetto di indecenti speculazioni e molestie. Il suo fisico le garantì da vivere. Da Junior Miss venne promossa Miss Seno Italiano. Un grande regista la immortalò, ma il mondo del cinema non le piacque. Prese la gestione del salone pedicure nell’albergo diurno.
Segnati entrambi dalla natura, diventammo complici. Mi convinse a rallegrare la saletta dei massaggi con le sue foto discinte. I clienti uomini le videro e si fecero fare anche il pedicure. Le donne che venivano da me dopo il pedicure spesso chiedevano un lieto fine al massaggio. Non vedevo né i clienti né le foto, ma le mani ricordano tutto. Lei lavorava nuda sotto il grembiule. Prendeva le mie mani tra le sue per tracciare indelebilmente la sua immagine sul mio cuore.
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Diurnal Nocturnes
A former colleague writes from Italy:
The national railway line eliminated alberghi diurni, places where travelers who faced long waits between connections or between business appointments in strange towns could take a nap, or a shower, or enjoy a massage. I’ve been out of work since then.
Job offers for someone with my physical difficulties were limited. The requisite skill had to be learned quickly. The population of the Albergo Diurno underneath the main train station got used to my presence, and the days and nights became a fug of muscles and bones under skin. Manual labor prepared the clients for reëntry into the world above and outside, the world bathed by sunlight or its artificial nocturnal twin.
One of my colleagues had known a different life in her youth. Nature had lavishly endowed her with bones, muscles and skin. She left her family, who wanted to exploit her youthful exuberance. She escaped her town, where her natural form was prone to indecent speculation and molestation. Her body was her job market. She went from Junior Miss Rimini to Miss Italian Bosom. A great film director immortalized her, but she didn’t like the movie world. She put that behind her too, and took over the pedicure salon here in the Albergo Diurno.
Marked by nature, we became friends. She papered the massage room’s walls with her publicity pictures. Male clients saw them and made appointments for a pedicure. The women who came to me after foot therapy often requested a happy ending to their massages. I couldn’t see the pictures or the customers, but hands have their own memories. My colleague worked nude under her smock. She’d take my hands in hers and trace her image indelibly on my heart.