Vecchi e nuovi fantasmi
L’archeologia urbana è la nuova tendenza di grido qui in città, ed è contagiosa. Quindi una notte mentre facevo le ronde come al solito, controllando per luci lasciate accese da spegnere, e sigarette spente male lasciate sulla moquette o su davanzali dietro le tende che non contengono nemmeno una briciola di amianto, sbirciavo in giro per segni del nebuloso passato del Hotel Kranepool. Forse il posto non fu sempre ciò che è ora.
Questo allegro bassorilievo nel fregio, o nella metopa, o comunque si chiami questo interstizio architettonico sopra la sala conferenze junior (detta la Zona Roswell dai dipendenti), non quadrava col resto dell’ornamento dell’albergo. Ciò mi condusse a fare delle ricerche nella povera biblioteca del Hotel Kranepool. Gli ospiti spesso vi lasciano libri e riviste che hanno finito di leggere. C’è un lato poetico a questa loro tendenza, che esploreremo in un altro episodio.
Gazelle saltanti privi di corna, scoprii, erano sacre alla dea etrusca Amònia (donde derivano le moderne locuzioni “armonia”—i lustri hanno aggiunto la erre), più o meno l’equivalente di Diana, la cacciatrice, a parte che non uccide mai nulla, né in cielo né sulla terra. Avrebbe potuto, se avesse voluto, secondo gli etruschi: con la sua balestra era una cecchina divina. Ma non scannava mai.
L’idolatria pagana mi attira, specialmente se gli idoli in questione sono al femminile. Fui seguace di Kali, quando abitavo ancora a Los Angeles, ma quella particolare setta non mi portò lontano. Vita nuova, nuovi idoli. Lasciai un piatto di salame affettato e un bicchiere di vino rosso per la dea Amònia sulla credenza stile Biedermeier appena fuori la Zona Roswell, e allestii la piccola telecamera segreta stile 007.
A questa dea piacciono il salame felino e il Gallo Nero, a quanto pare.
Forse era anche sacra agli etruschi bramosi di salire ai piani alti.
Ghosts Old and New
Urban archeology is the hot new craze here in town, and it’s infectious. So one night when I was making the rounds as per usual, looking for left-on lights to turn off, and cigarettes left smoldering on the Kranepool’s wall-to-wall, or on windowsills behind the non-asbestos curtains, I searched for signs of the hotel’s murky past. Maybe the place wasn’t always what it is now.
This cheerful ornament in the frieze or metope or whatever it’s called above the second floor’s Junior Conference Chamber (known to employees as The Roswell Room) seemed out of synch with the rest of the Kranepool’s decor. This led to some research in the establishment’s meager library. Guests often leave books and magazines in their rooms, and they end up in there. The library has a poetic side, which shall be explored in another instalment...
Leaping antler-free gazelles are sacred to the Etruscan goddess Amònia, roughly the equivalent of Diana, the huntress, except she never kills anything, in heaven or on earth. She could have, if she’d wanted to, according to the Etruscans: she was supposed to be a deadly shot with her crossbow. But she never did.
Pagan idolatry is OK with me, especially if the idols in question are female. I was a Kali devotee for a while, when I still lived in Hollywood, but that particular cult didn’t get me too far. Another life, another idol. I left a tray of sliced salami and a glass of red wine for Amònia on the Biedermeier console just outside the Roswell Room, and set up the secret spy camera.
This goddess goes for salami and Chianti, apparently.
Maybe she’s also sacred to Etruscans who aspire to higher floors.