Nella filosofia romantica e dopo nella psicoanalisi, adottato anche nel surrealismo, l’autoritratto e lo sdoppiamento dell’artista sono molto presenti. Non è visto soltanto come un atto narcisista o l’affrontare della morte, ma come ricerca di una identità spesso in una scissione interna spaventosa: un alter ego nemico, un inquilino nero, una perturbante estraneità del fantasma nello specchio come lo descrive Hoffmann, la Droste-Hülshoff o come li dipinge Schiele, anche se con la psicoanalisi l’inconscio diventa “ufficialmente” parte integrale dell’Io. In queste foto sono rappresentata io, ma non necessariamente sempre come persona o alla ricerca della mia identità, ma talvolta più come personaggi, come luogotenente di una o diverse figure che dirigo dentro l’immagine.